L’introduzione delle strumentazioni laser nel mondo della medicina ha rivoluzionato anche il campo della chirurgia estetica, soppiantando il bisturi nella realizzazione di alcuni interventi. Infatti le caratteristiche che rendono questo strumento un prezioso alleato del chirurgo sono la precisione millimetrica delle incisioni, la sterilità dello strumento, la coagulazione contemporanea alla recisione dei tessuti che riduce di gran lunga il sanguinamento con la conseguenza di tempi postoperatori più rapidi.
Il laser ad anidride carbonica utilizzato in chirurgia estetica emette un sottilissimo raggio di luce ad infrarossi monocromatica e coerente che penetra nei tessuti solamente di un decimo o due decimi di millimetro. La temperatura dei liquidi contenuti nei tessuti colpiti si innalza repentinamente provocando l’esplosione delle cellule interessate. È in questo modo che si realizza il sottile taglio del raggio laser; l’apparecchio genera il raggio in una camera contenente anidride carbonica che consente una particolare frequenza. Altra caratteristica del raggio laser è l’intermittenza dell’emissione luminosa. Ciò permette di vaporizzare solamente lo strato superficiale della pelle in tempi pressoché istantanei senza alterare i tessuti circostanti alla zona colpita.
L’effetto terapeutico dipenderà dall’intensità della radiazione elettromagnetica, dalla durata del trattamento e naturalmente dall’assorbimento da parte del tessuto.
Differenti condizioni cliniche ci faranno usare laser che emettono radiazioni elettromagnetiche maggiormente assorbite da quel determinato tessuto. Infatti, i tessuti presentano contenuto d’acqua variabile e pigmenti (emoglobina o cromofori) diversi. Non esiste, quindi, un laser che sia valido ed utilizzabile per ogni tipo di difetto estetico congenito od acquisito, ma occorre utilizzare il tipo appropriato per quella particolare condizione.